Si tratta di un tempo un poco snobbato, quello che va dal 300 al 1000. Succede che un certo numero di umani allora smise di pensare per sillogismo, cominciando a fare di deliri assiomi e viceversa. Così ci siamo arrivati fin qui, dando per buone cose che non sono logiche, né utili, né dimostrabili. È stato allora che lo scemo del villaggio è diventato un santo, il giullare di corte uno storico e il re un vassallo. Va a vedere che è colpa di Dio insomma, che prima, quando veneravamo ciò che abbiamo, tutto andava liscio, dal basso all’alto come conviene. Da quando abbiamo cominciato a credere a storie astruse e malsane, abbiamo smesso di essere divini per diventare servi di un potere che non c’è e che anche se ci fosse agirebbe solo dopo che sei morto, in base a strani canoni di colpevolezza.
Va concesso che alla fine lo scemo, il giullare e il vassallo han fatto buona squadra e per molto tempo hanno diviso ciò che era intero, stortato ciò che era dritto, infangato ciò che era puro. Figli di quei giorni in cui una masochista psicotica poteva comandare un Papa, ci è sembrato tutto giusto, tutto normale, tutto superiore. Ignorando la ragione, l’utile, la ricerca del significato sostanziale, tutto non fa altro che involvere, finché arriva la tecnologia e ci riavvicina al cielo, ci riporta al nocciolo della questione: evolvere. La genesi di un nuovo mondo, più logico, onesto e reale, deve passare di qui, la libertà tecnologica è ciò che ci può rendere capaci di superare le tenebre della religione, del conflitto, della razza. Sta a noi riuscire a trasformare lo strumento di oppressione più completo nel grimaldello della Storia.