Nel Terzo Reich i Cittadini Responsabili erano quelli che denunciavano i vicini che nascondevano profughi o ricercati, quelli anche che imbrattavano cose e persone con vernice rossa o gialla erano considerati tali.
Sotto Stalin erano quelli che segnalavano al partito i dissidenti e chi osava mettere alla gogna in pubblico o in privato il dittatore sovietico.
Leggendo Se questo è un uomo la cosa che mi aveva colpito di più fu il fatto che i prigionieri stessi fossero le sentinelle del campo, trovavo in questo un dato sociologico terribile e squisitamente umano.
Immaginiamo ora che i Cittadini Responsabili dei nostri giorni portino alle estreme conseguenze la risibile scelta di combattere un’epidemia nascondendosi: sorgerebbero in fretta comitati di controllo della mascherina, misuratori volontari di febbre e squadracce di disinfettatori di mani, spargendo allegramente plastica e idroalcolici per il mondo, incuranti degli effetti ambientali connessi che pure nella fase precedente del responsabilismo parevano fondamentali.
Insomma c’è tutta la probabilità che i responsabili di sempre siano i fanatici di oggi, quelli che quando li ritrovi sui libri di Storia disprezzi più di tutti, perché disposti a obbedire e collaborare oltre ogni ragionevole dubbio.