Alfonso

Ok, lo so, è strano vedere un carro funebre lanciato a 180 sull’A4, inseguito da decine di pattuglie e con un elicottero del TGR Piemonte che manda tutto in diretta al telegiornale dell’una. Ma non vorrei vi faceste un’idea sbagliata, io non ho fatto un bel niente, ho solo preso il mio carro stamane e sono uscito per caricare una bara. Tutto normale, tutto come al solito. Milena mi ha preparato la colazione, mi ha salutato con un bacio che sapeva di mela e cannella. Tutto normale.
Ora penso a quanto sarà angosciata, riconoscendo la macchina al TG. Voi penserete: “Non è poi così facile.”.
Lo so, lo so cosa pensano i civili dei carri funebri, che son come i cinesi: tutti uguali. Ma, esattamente come per i cinesi, vi sbagliate. I carri funebri non sono affatto tutti uguali e sono sicuro che Milena, già alla prima inquadratura, ha capito che sono io che corro sull’autostrada inseguito dalla polizia. 

Ora, – anche se non sarebbe il momento ideale, visto che dovrei concentrarmi sulla guida per evitare che una bara di mogano, abitata da 170 chili di cristiano venisse lanciata come un proiettile nell’autogrill di Novara – ci tengo proprio a dare la mia versione dei fatti. Prima che si traggano conclusioni affrettate e si preparino special televisivi dove dicono che sono pazzo, mi drogo e faccio sesso coi cadaveri (questa della necrofilia è un’altra fissa che nessuno vi toglie, già lo so.).

Eravamo rimasti al bacio di mele e cannella di Milena, mi pare; scendo in garage, controllo che il mezzo sia intonso, come per ogni servizio. Anche lì tutto normale, certo non potevo pensare che solo tre ore dopo mi sarei ritrovato in questa situazione. Proprio io, che detesto correre in macchina, che faccio le corna a quelli che mi superano… Oh cacchio il cellulare, oh cacchio è Milena! Che faccio, rispondo? Meglio di sì, magari è l’ultima volta che riusciamo a parlarci. Va bene, rispondo:

“Alfonso! Ma che diavolo fai, che cosa cazzo fai con tutta la polizia del Piemonte a inseguirti in diretta TV?” 

Ok, mi ha scoperto. Vedete, proprio come i cinesi: volete che una moglie cinese non riconosca suo marito anche tra mille cinesi? Milena ha riconosciuto il mio carro funebre al secondo, sicuro.
La lascio sfogare intanto, urla così forte da mettere in crisi le casse del carro.
Effettivamente, alla fine del prossimo ciclo di rimproveri, posso approfittarne e dire la mia versione anche a lei, due piccioni in un colpo, come si dice. Si dice così, no? Ok, sono pronto, Milena sta per riprendere fiato, ascoltate anche voi eh, così la mia versione la racconto solo una volta, non sono mica un chiacchierone. Vado:

“Amore, Milena, non è colpa mia, io volevo.”

Lo sapevo, è andata proprio come pensavo. Un cretino mi ha inchiodato davanti, gli sono entrato nel baule, io sono morto e la cassa proiettile con dentro l’ingegner Borrelli è attualmente piantata nella vetrina dei panini del bar dell’Autogrill di Novara, lato Milano Venezia, adagiata tra Icari, Bufalini e Camogli.
Il Tg regionale ha avuto un picco d’ascolti che nemmeno i mondiali del 2006. Alla tv, non si fa altro che parlare di droga, pazzia e necrofilia (ne ero sicuro, pervertiti!). Perfino una signora cinese ha parlato male di me intervistata da un cronista, per sua fortuna, non saprei riconoscerla.
Ora, è evidente, la mia versione dei fatti non conta più nulla e sono morto sicuro che aveva ragione mio padre, quando diceva: “Alfonso, la vita è un punto di vista, se il tuo non coincide con quello degli altri, è meglio che ti prepari a correre.”. 

2 pensieri su “Alfonso

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