Leonardo Di – spazio – Caprio

“Leonardo Di Caprio. Cos’è una specie di scherzo?”

“No guardi, è il mio nome, davvero. Un caso di omonimia, anzi, a dire la verità io sono Di – spazio – Caprio, lui è Dicaprio tutto attaccato.”

“No beh fantastico.”

“Mi scusi?”

“Dico che fortuna no? Chissà che successo con le donne.”

“No. Una tragedia guardi. Immagini per un attimo di chiamarsi… che so: Rocco Siffredi.”

Il direttore della banca deglutì e istintivamente portò una mano a coprirsi il pacco.
“Mmm bene, signor Di – spazio – Caprio che posso fare per lei?”

“Dovrei aprire un conto.”

“Ah beh per questo non era necessario venire da me, la faccio subito gestire da…” il direttore stava già alzando il telefono per sbolognare il Di Caprio.

“Nonono, io devo proprio parlare con lei, signor direttore.” Leonardo gli fece cenno di abbassare il telefono e il direttore eseguì.

“Vede, il mio non è proprio un conto corrente normale. Col mio nome, lei mi capisce…” disse Leonardo, strizzando l’occhio.

Il direttore aggrottò la fronte, si appoggiò alla scrivania con gli avambracci e disse sincero: “No, non capisco purtroppo. Allora cominciamo dalle basi: di cosa si occupa lei signor Di – spazio – Caprio?”

“Ecco! Vede che ha capito direttore, è proprio questo il punto: il mio lavoro!”

“Ah, bene. Dunque, mi dica.”

“Ehm come posso spiegarlo… Io faccio il prestanome.”

“Ah, fantastico!” il direttore si illuminò “Insomma le intestano società offshore, interi agglomerati immobiliari, centri commerciali…” a ogni asset nominato, il direttore alzava un po’ il sedere dalla poltrona, esaltato. Già si vedeva sul palco della Convention, sullo yacht del CEO, sul palco di Sanremo! Ma presto tornò in sé, vedendo che il Di – spazio – Caprio scrollava il capo e faceva no col dito, senza parlare, dispiaciuto di deludere l’esaltazione del direttore che tornò a sedere e disse solo: “Ah.”.

“Ecco, vede, prestanome non è il temine giusto. Me l’aveva detto mia moglie che subito uno si fa dei pensieri strani. Il fatto è che ho bisogno di lei perché proprio questa settimana ho avuto una proposta molto interessante, sarebbe una cosa nuova. In realtà, io di lavoro presto proprio il mio nome, di solito a scuole di teatro, di cinema, workshop di recitazione, una volta addirittura a un produttore cinematografico, normalmente non guadagno molto, ma ci campo la famiglia direttore. Loro mettono il nome sulla pubblicità e via.”

Il direttore era piuttosto deluso, il suo sogno di trasformare la filiale in un’immensa lavatrice era svanito. “Truffe in sostanza.” disse.

“Tecnicamente no, è il mio nome e poi, le ripeto, è scritto diversamente: Di – spazio -…”

“Sì, sì, ho capito. Senta, signor Di – spazio – Caprio, lei capirà che questo genere di cose mette a rischio la buona reputazione della banca.” il direttore si alzò, raggiunse Leonardo dall’altra parte della scrivania e gli poggiò una mano sulla spalla.

“Mah, e le società off shore, gli agglomerati immobiliari…”

“Ma quella non è truffa, è alta finanza. Dia retta, vada alle Poste, lì aprono conti a tutti.”

Leonardo si alzò, il direttore lo accompagnò prima fuori dall’ufficio e poi fino all’uscita della banca, senza dire nulla. Leonardo non sapeva che fare, seguiva il direttore che attraversò la filiale, pigiò sorridente il bottone per aprire la bussola e tese la mano: “È stato un piacere signor Leonardo Di – spazio – Caprio.”.
Leo gli strinse la mano ed entrò nella bussola, poco prima che si chiudesse la prima porta, ebbe il coraggio di chiedere: “Direttore, secondo lei alla posta me lo aprono un conto per una fondazione?”. 

Il direttore alla parola fondazione era già abbastanza distante dalla bussola per non riuscire a bloccare l’infernale congegno. Leonardo, deluso, si era già voltato, la seconda porta era aperta e stava ormai uscendo dalla bussola. Non vide quindi l’estremo tentativo di bloccarlo del direttore che si spiaccicò rovinosamente contro il cristallo a semicerchio, inesorabilmente chiuso.
Si ruppe tutti i denti. Gli infermieri del 118 che lo soccorsero poco dopo diagnosticarono uno stato di shock, dedotto dalla ininterrotta ripetizione della parola: “Fondazione.”.

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