Di Pietro: la strana storia del poliziotto cubano

di_pietro

L’epiteto è di Paolo Rossi, l’immagine è calzante, stare davanti a quello sbirro sudaticcio che è l’onorevole Di Pietro non farebbe gola a nessuno.

Eppure c’è ancora chi crede alla favola del magistrato integerrimo che ha salvato l’Italia dai ladri. Finalmente il Corsera ha dato voce ai dubbi di chi si chiedeva chi avesse potuto dare una laurea a un tale ignorante.

Inoltre, ha scavato un po’ nella vita del Don Quichotte de no artri scoprendo che di fango Tonino ne ha accumulato tanto negli anni. L’ha anche distribuito a parenti e amici come da buona tradizione tangentista.

Lui resta sugli scudi e ogni volta che lo si mette di fronte alle sue mancanze comincia a urlare e sproloquiare un tanto al chilo, fino a far passare la voglia di rispondergli. Tanto è evidente, sentendolo parlare, che la laurea uno così non può proprio averla presa legalmente.

4 pensieri su “Di Pietro: la strana storia del poliziotto cubano

  1. ho 32 due anni tra qualche giorno e non credo di aver pagato sempre in maniera efficente le tasse..forse mi autodenuncerò..ma nella mia pozzangherà di ignoranza e poca coltura cerco di seguire la politica in quanto è un tema a me molto caro insieme alla storia di questo triste mondo “in parte”se posso dirlo! nel senso che ….io come posso credere nelle mie azioni se chi parla e fa politica e potrei sbilanciarmi a un quasi 60% è corrotto è cialtrone e non riesce a fare nulla di concreto per noi e per il nostro paese! a questo punto forse era meglio il re?sono stanco di vedere e sentire notizie di degrado colturale e di situazioni che fanno vergognare….magari non tutte sono dette e lette in chiave giusta ..però!!!cazzo ma è cosi difficile?non voglio un paese senza macchia …ma vorrei un posto dove per lo meno la civiltà possa girare tranquilla per le strade………a volte ho voglia di scappare lontano

  2. Zione, come Firenze, sogna: “Minchia, questa proprio non ci voleva; così sbottò un Galantuomo a cui la Commissione d’esame composta da Docenti del Diritto, rispettosi delle Leggi e ossequienti alle direttive delle Istituzioni chiese l’assenso per una finta laurea provvisoria per Cumpà ‘Ndonio, quel bravo villico, che è sempre stato a disposizione degli “Amici” e pronto alla loro chiamata; purtroppo il favore richiesto e concesso, si trasformò subito in un arma Assassina e in una pustolosa Piaga Sociale, che ancora affligge lo sventurato Popolo Italiano; la semplice “Carta” pretesa per (Amor di Patria o per la Ragion di Stato ?) dall’agguerrita Setta dei Criminali Politici e Giudiziari, veniva giustificata “in nome dell’Emergenza …” e avrebbe dovuto solo servire come pezza d’appoggio per un’unica operazione tipo Trappolone (Eversivo ?) dei soliti e noti Servizi segreti (deviati ?).

    La Commissione dovette giocoforza concedere, forse anche per giustificata paura di ritorsioni perchè allora e già da tempo era molto di moda la Tortura, con Asserviti e interessati Gendarmi e ciò, malgrado l’evidente e Somma Ignoranza dell’esaminato e fu così un Chiarissimo Presidente, Giurista di antica e Onesta scuola, che pure scalpitava furibondo per la benevolenza che decisero di usare comunque i Professori, nei riguardi del Grande ASINO, fu costretto dalle circostanze ad ingoiare il rospo e dalla consuetudine a dover ratificare la decisione presa all’unanimità degli Esaminatori e per la prima volta in vita sua, anche l’Illustre Giureconsulto dovette sottostare ad una Brigantesca Imposizione degli infimi Legulei e questo non se lo perdonò mai e ne tanto meno, il suo riottoso atteggiamento fu dimenticato dagli Eccellentissimi Cialtroni, molto rancorosi e vendicativi, come dimostrarono con carognose Infamie, appena riuscirono a consolidare lo scellerato Giudiciume Politico.

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